venerdì 12 giugno 2020

STEP 20 - Il diario 'disordinato' di Leopardi : lo Zibaldone

Giacomo Leopardi (1798-1837) nato a Recanati, è stato un poeta, scrittore e filosofo italiano. Leopardi fu un intellettuale dalla vastissima cultura e perciò ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e della letteratura mondiale.
La sua poetica e il suo pensiero furono caratterizzati essenzialmente dal suo 'pessimismo' : in un primo momento inteso come pessimismo individuale, a causa del suo stato cagionevole di salute e dell'opprimente ambiente familiare in cui viveva, Leopardi estese col passare del tempo la sua riflessione anche sugli altri individui e sul dolore umano, pervenendo al cosiddetto 'pessimismo cosmico', secondo il quale l'infelicità è legata alla stessa vita dell'uomo, destinato a soffrire per tutta la sua esistenza.
Lo Zibaldone è un diario personale di Leopardi, scritto negli ultimi anni della sua vita, e rappresenta una raccolta disordinata di pensieri, riflessioni, appunti e testi, come sottolinea lo stesso titolo dell'opera. Possiamo rintracciare all'interno dell'opera alcuni chiari riferimenti al concetto di disordine, ma vorrei citare il seguente passo , a mio parere ricco di significato e in quanto raccoglie molto del suo modo di pensare :

pagine 913-914
''Spesso nel vedere una fabbrica, una chiesa, un oggetto d'arte qualunque, siamo colpiti a prima giunta da una mancanza, da una sovrabbondanza, da una disuguaglianza, da un disordine o irregolarità di simmetria ed appena che abbiamo saputo o capito la ragione di questo disordine [...], non solo non giudichiamo, ma non sentiamo più in quell'oggetto veruna sproporzione, come la concepivamo e sentivamo e giudicavamo a primo tratto. Perché sentivamo in noi e formavamo in quel primo istante il giudizio della sproporzione o sconvenienza? 
Per l'assuefazione, [...], che ci fa giudicar di una cosa sopra un'altra, di un individuo, di una specie, di un genere stesso sopra un altro. Dal che deriva l'errore universale, non solo del bello assoluto, ma della verità assoluta, del misurare tutti i nostri simili da noi stessi, della perfezione assoluta, del credere che tutti gli esseri vadano giudicati sopra una sola norma, e quindi del crederci più perfetti d'ogni altro genere di esseri [...] . ''




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